Quarta puntata dedicata ai giocatori della prima squadra con “The Players’ Corner”. Questa volta è stato il turno di Niccolò Tandoi, vero simbolo di quello che significa nascere e crescere al Milano3 Basket. Ha iniziato a 5 anni nel 1998-99 ed ora, 20 anni dopo, è ormai un punto fisso della C Gold
L’inizio dell’avventura – Come dimostra la foto della nostra grafica Niccolò Tandoi ha sempre avuto il basket nel suo destino. “Ho iniziato ad affezionarmi a questo sport grazie ad un grande amico di famiglia, Carlo Filabelli (uno dei fondatori della vecchia polisportiva, poi per tanti anni presidente ed ora dirigente responsabile del Milano3, ndr), che mi ha inserito all’interno di questo mondo”.
Divertimento sul campo – Ci sono quelli che seguono il basket a tutto campo e quei ragazzi che invece preferiscono concentrare la loro passione solo sul campo: “Non ho un idolo in particolare e neanche dei punti di riferimento a cui mi sono ispirato. Ho sempre seguito poco seguito l’NBA, la Serie A o l’Eurolega, ma ho sempre preferito giocare e divertirmi”. E c’è da dire che è vero visto che comunque Niccolò è uno di quei giocatori che non staccano praticamente mai la spina visto che anche d’estate si allena praticamente tutti i giorni
Il numero di maglia – Nelle giovanili Niccolò ha sempre avuto il numero 22, mentre in C2 e in C1 ha alternato il 5 e il 6, prima che il regolamento allargasse la numerazione (fino a pochi anni fa infatti si potevano avere solo i numeri dal 4 al 20): “In realtà, però, la scelta di questo numero non è legata al mondo cestisco, ma a quello calcistico. Ho deciso di indossare il 22 perché è lo stesso che usava Kakà quando giocava nel Milan. Ecco poi il fatto che io sia nato il giorno 22 ha aiutato”.
La scelta di vita – Il percorso giovanile di Niccolò è stato particolare. Anche se ora è davvero una delle punte dei nostri prodotti del settore giovanile, all’inizio non era certamente il più forte della sua squadra, crescendo soprattutto ai tempi dell’Under17 dal punto di vista tecnico, ma la scelta del professionismo non l’ha mai realmente solleticato: “Devo dire, però, che qualche volta, come tutti, da piccolino ci ho pensato, ma poi durante il mio percorso di crescita ho capito che vista la mia statura e alcuni miei limiti da giocatore, ho capito che non potevo vivere giocando a pallacanestro. Ho intrapreso la carriera universitaria e poi ho cominciato a lavorare, riuscendo comunque coniugare l’impegno a giocare in una realtà comunque di alto livello come quella del Milano 3 Basket in C Gold”.
Il legame con il Milano3 Basket e Basiglio – Nascere, crescere, giocare nella squadra del tuo paese è certamente una cosa dal sapore davvero speciale: “Sono a Basiglio sin dalla nascita e gioco qui da quando ho 5 anni. Sono passati tantissimi anni e il fatto di giocare nel paese in cui sono nato è un grande motivo d’orgoglio a livello personale. Rappresenta davvero una seconda famiglia”.
Lorenzo Lubrano