Sesta puntata dedicata ai giocatori della prima squadra con “The Players’ Corner”. Questa volta è presentiamo in coppia i fratelli Andrea e Alberto Cappellari che vestono insieme per la prima volta il biancorosso. Abbiamo fatto una sorta di intervista doppia.
Come vi siete avvicinati al mondo della pallacanestro?
Alberto: “Mi sono avvicinato a questo sport in terza elementare, dopo aver provato calcio, ma l’ho trovato noioso e quindi mi sono buttato sul basket, che invece mi ha subito rapito il cuore ed è diventato il mio sport preferito”.
Andrea: ”Il mio approccio al basket è legato a questioni familiari, visto che sia mio padre che mia madre hanno praticato questo sport. Negli anni del liceo però l’ho abbandonato, non facendo quindi il settore giovanile, facevo il portiere a pallanuoto. Ho deciso di ritornare nel mondo della pallacanestro durante gli anni universitari, partendo da Castellanza con cui ho vinto il campionato di Serie D e poi ho giocato per 5 anni a Rho dove ho vinto il campionato di C2. Poi ho vestito le maglie di Gazzada, Saronno, Opera, Cislago ed eccomi ora qui allo Sporting Milano3”.
Qual è la vostra squadra del cuore?
Alberto: “In Italia la Fortitudo Bologna, di cui festeggio con gioia il fresco ritorno in Serie A, mentre in NBA gli Indiana Pacers”.
Andrea: “Non ho nessuna squadra del cuore in particolare. In Italia simpatizzo per Varese e in Eurolega per il Maccabi Tel Aviv”.
Cosa vuol dire giocare da senior con il proprio fratello?
Alberto: “Credo che sia qualcosa di speciale. Questo è il sesto anno con tre squadre diverse. L’aspetto che mi diverte di più è che ricoprendo due ruoli diversi possiamo giocare insieme e credo che tra di noi ci sia in campo molta alchimia”.
Andrea: “Questa è la terza esperienza che condivido con mio fratello e sono molto contento. Abbiamo giocato quattro anni al CMB, uno ad Opera ed ora siamo qui ed il nostro sesto anno insieme. Abbiamo sicuramente ottenuto più soddisfazioni che delusioni insieme, vincendo anche un campionato. E’ sempre bello giocare con lui perché è altruista e gioca per la squadra, insomma è un compagno che tutti vorrebbero avere nella propria squadra”.
Un ricordo da piccolo dell’esperienza di altissimo livello di vostro papà?
Alberto: “Quando mio papà ha lavorato per la Fortitudo naturalmente viveva a Bologna e ricordo che il weekend, quando c’erano le partite in casa, il sabato tornava a Milano per stare con noi, poi la domenica mattina noi 3 insieme partivamo per Bologna. La routine era pranzo con tortellini o lasagne, ‘pennichella’ e poi dritti al palazzo ben 3 ore prima della gara, poi finita la partita si tornava a Milano”.
Andrea: “Ci sono tanti ricordi che conservo: per esempio quando venivo portato agli allenamenti della Tracer e Dino Meneghin mi faceva gli scherzi, oppure a Varese a vedere gli allenamenti con dei giovani Pozzecco e Andrea Meneghin. Su tutti però l’avvenimento a cui sono più legato è il primo alla Fortitudo Bologna di mio padre, dove la F perde la Coppa Italia e la Fossa dei Leoni lo contesta. Lui, senza paura, sale in curva e gli affronta. Da lì ho capito che persona fosse. Uno con cui non puoi scherzare, che non ha paura di nulla”.
Qual’è stato il vostro idolo e quali sono stati i giocatori a cui vi siete ispirati?
Alberto: “Il mio idolo è Reggie Miller. Invece i giocatori a cui mi sono ispirato sono Gianmarco Pozzecco, Massimo Bulleri e poi Stefano Leva”.
Andrea: “Il mio giocatore preferito è Gary Payton ex, Seattle Supersonics, di cui custodisco la sua maglietta originale autografata. I giocatori a cui mi sono ispirato sono David Andersen e Schortsianitis”.
Come mai avete scelto il numero 18 e il 2 come numeri di maglia?
Alberto: “In realtà il numero a cui tengo di più è il 19, ma non era disponibile ed allora ho scelto proprio il 18”.
Andrea: “Ho scelto il numero 2 perché è la prima volta che mi capita la possibilità di giocare con una cifra sotto il 4 (fino a pochi anni fa, in Italia, il 4 era il numero di partenza, nda). E’ sempre stato il mio numero preferito, ma non c’è un particolare motivo. Infatti, ho giocato con diversi numeri come il 13, 12, 14 e 8. Quest’anno ho avuto la possibilità di scegliere ed ho fatto questa scelta particolare”.
Cosa rappresenta per voi il Milano3 Basket?
Alberto: “Una bella società, dove mi trovo benissimo con i compagni di squadra e con lo staff tecnico.”
Andrea: “Una splendida opportunità per ritornare a competere a grandi livelli nel campionato di C Gold. Vista la mia età (36 anni), ho colto al volo l’occasione.”