Milano3Basket.com ha intervistato il presidente dell’Associazione Francesco Casiccia che traccia il bilancio di questi quattro anni del suo mandato da massimo dirigente e inizia a parlare anche di quello che ci attenderà nel futuro. Dal Minibasket fino alla nuova avventura in Divisione Nazionale C.
Facciamo il punto dopo il primo quadriennio di lavoro. Cosa ti aspettavi quando sei diventato presidente nel 2008 e che bilancio fai nel 2012?
“Quando nel 2008 alcuni associati mi chiesero di rendermi disponibile a ricoprire questo ruolo, che pensavo avrei svolto solo per un anno, sapevo che non sarebbe stato semplice, ma non immaginavo la mole di difficoltà che avrei, o meglio avremmo, incontrato. Mi aspettavo di gestire ciò che era già stato impostato, mi prefissavo di non fare peggio e possibilmente di migliorare alcuni aspetti organizzativi. A parte il primo anno, che è stato di esperienza e per lo più sperimentale, dal secondo in poi è stato un crescendo di numeri, di lavoro, di entusiasmo e iniziative. La fortuna di questi 4 anni è stata anche quella di trovare un amalgama di persone non solo appassionate di questo sport ma anche intelligenti e vogliose di contribuire, mi riferisco ai dirigenti: dal consiglio direttivo, agli accompagnatori delle squadre, ai genitori che si mettono a disposizione, oltre che, ovviamente, ai nostri allenatori. il successo della prima squadra nell’ultimo anno del quadriennio è una ciliegina sul lavoro svolto bene in tutti i settori e le categorie giovanili, un risultato sperato ma per niente scontato. I ragazzi sono stati molto bravi e hanno lavorato con serietà e voglia. Quando lavori bene in palestra, durante gli allenamenti, i risultati prima o poi arrivano”.
Quanto è difficile barcamenarsi per proporre un’attività di alto livello nonostante le difficoltà economiche?
“E’ molto difficile. Dobbiamo considerare due fattori che hanno modificato sostanzialmente, rispetto a solo 4/5 anni fa, il livello di difficoltà di gestione di una associazione no profit: il primo riguarda la burocrazia a tutti i livelli, dalla Federazione al Fisco. Sono tantissime le attività e gli obblighi che devono essere seguiti per rimanere in regola con le norme e le leggi. Nella maggior parte dei casi giustamente, ma impongono un più alto livello organizzativo della Associazione; il secondo la crisi economica che si ripercuote inevitabilmente anche, e forse soprattutto, sulle associazioni volontaristiche. La crisi allontana gli aiuti da parte degli sponsor e le pubblicità si riducono drasticamente. Le amministrazioni locali, alle prese con i loro bilanci, non erogano più da anni alcun contributo. Secondo me però il ruolo sociale e educativo che una associazione sportiva svolge sul proprio territorio è impagabile e meriterebbe più considerazione da parte delle istituzioni e non mi riferisco solo a quelle locali. Penso alla Provincia, la Regione, il CONI e la stessa Federazione. Le Associazioni sportive devono poter vivere e non sopravvivere a stento e solo se hanno aiuti esterni.
Quest’anno solo nella categoria nella quale giocheremo sono già 27 le società o associazioni che hanno rinunciato o sono fallite. Questo non è un buon biglietto da visita per il movimento pallacanestro in Italia.
L’anno prossimo la più grande novità sarà la partecipazione alla DNC, cosa vi aspettate da questa avventura?
“Ci aspettiamo di fare bene. Il gruppo è rimasto sostanzialmente quello di quest’anno. Abbiamo dei buoni under che possono ben figurare, fare esperienza e dare fiato ai senior. L’aspettativa è che la prima squadra possa fare da traino ed essere fonte di entusiasmo per i nostri giovani e quindi l’obiettivo, neanche troppo nascosto, è di far crescere i giocatori del futuro della Associazione”.
Il vostro focus, però, rimarrà sempre quello delle giovanili. E’ corretto?
“Certo, è un “must” per qualsiasi associazione sportiva. I giovani sono il futuro a cominciare già dal minibasket. Abbiamo la fortuna di avere allenatori e istruttori di buon livello che formano sia buoni giocatori, sia assistenti allenatori che possano subentrare loro nel futuro. Lo slogan coniato anni fa “a Milano 3 si fa bene il basket” è stato pensato a questo scopo e, fino ad ora e in considerazione dei risultati ottenuti dalle nostre giovanili, non è stato solo uno slogan. Ci piace pensare di essere uno dei punti di riferimento, per i giovani che amano la pallacanestro, del sud Milano”.