Dal parquet alla panchina e ritorno: i nostri giocatori diventano coach

In questa stagione molti dei nostri giocatori hanno deciso di vivere a 360° la loro esperienza nel Milano3 Basket e oltre a giocare in C Gold sono diventati coach e istruttori tra giovanili e minibasket.

Sono Marco Colombo, Michael Iacono, Nicola Bertoglio, Giovanni Albiero e Nicholas Cinquepalmi, i nostri giocatori dello Sporting Milano3 di Serie C Gold che dopo tanti anni in biancorosso provano a restituire anche verso i più giovani quello che hanno appreso in tanti anni tra i basigliesi.

Il primo a sedersi anche in panchina in questi anni è stato Marco Colombo, fin da quando ha preso da capo allenatore i ragazzi del 1999 nell’ormai lontano 2014. Poi sono arrivati due cicli con i 2001 e i 2004 e da questa stagione coach Marco Colombo ha preso la guida dei 2007 che parteciperanno al campionato Under 14 Elite.
Lo abbiamo intercettato per sapere quali sono state le sue prime sensazioni sul gruppo: “Ero pronto per partire con i ragazzi del 2007, sapendo che andavo incontro ad una generazione diversa rispetto a quelle precedenti. Ovviamente rispetto ai 2001 e ai 2004, pur essendo molto vicini d’età, hanno una mentalità e comportamenti differenti. L’aspetto più difficile è quello di poter pensare che se una cosa è andata bene con un gruppo, debba per forza andar bene anche con loro, perché sono in realtà sono completamente diversi. Devo però dire che ho trovato un gruppo composto da giocatori molto concentrati, con tanta voglia di fare e con una buona mentalità. Sono molto contento di questo primo mese e mezzo di lavoro, perchè piano piano i risultati si stavano cominciando a vedere, soprattutto a livello individuale. Ovviamente, questo stop rallenta un po’ tutto e sono dispiaciuto per loro, perchè si stava creando un bello spirito di squadra”. Adesso è arrivato questa sospensione, ma coach Colombo pensa già alla ripartenza: “Speriamo che sia solo un momento di passaggio e che non influenzi troppo il lavoro quando poi ricominceremo. Avremo tanto tempo per lavorare anche individualmente prima che comincino i campionati, visto che partiranno non prima di gennaio. Sono gasato nonostante sia una cosa che faccio da tempo. Mi piace prenderli a quest’età e portarli fino all’Under18”.

Al suo fianco, all’interno dello staff tecnico dell’U14 Elite, c’è la novità di Michael Iacono. Dal 2009 playmaker della prima squadra, ma al suo esordio un passo fuori dal campo.  Così commenta la sua prima esperienza da assistente allenatore: “Mi stava proprio prendendo questa nuova avventura, purtroppo ci siamo dovuti fermare, ma speriamo che questa seconda ondata finisca il prima possibile per ritornare in palestra a divertirci. Ho sempre avuto l’idea che prima o poi mi sarebbe piaciuto allenare e quest’anno c’è stata l’occasione di essere inserito nello staff”. Cosa può dare un giocatore ancora in attività ai ragazzi che allena ce lo spiega lo stesso Iacono: “Credo che la mia esperienza di giocatore in attività possa in qualche modo essere utile nella crescita dei ragazzi, ai quali cerco sempre di dare qualche consiglio soprattutto tecnico, per farli migliorare anche sui dettagli, perché penso che a quest’età siano importanti, così come i fondamentali. Non vedo l’ora di poter tornare in palestra per giocare ed allenare”.

Da due anni sul parquet di Milano3 Nicola Bertoglio aveva sempre destato attenzione per un’attenzione al suo fisico quasi maniacale. Ora tutto questo studio è a disposizione anche dei nostri ragazzi del settore giovanile visto che Bertoglio è diventato uno dei preparatori fisici dello staff biancorosso.
La guardia biancorossa si è espressa così sul suo nuovo ruolo, non fermandosi solo all’aspetto cestistico: “Per il momento posso ritenermi molto soddisfatto del lavoro svolto con le due squadre di cui mi occupo: l’U14 e l’U18. E’ stimolante interfacciarsi con i ragazzi e poter studiare un capitale umano così ampio e diversificato. L’attenta osservazione degli schemi motori dei singoli porta a riflessioni su come gestire la proposta di allenamento per far sì che un lavoro comune a tutto il gruppo riesca a colmare diverse e specifiche lacune grazie ad indicazioni precise e su misura. L’idea è quella di costruire una solida motricità generale su cui, nel tempo, innestare elementi di specificità rispetto alla pallacanestro. Non bisogna dimenticare che siamo prima umani, poi atleti e solo infine cestisti”.
Bertoglio si sta calando nella parte, comprendendo quanto sia importante anche riuscire a comunicare con i giocatori: “La più grande sfida però ritengo sia a livello comunicativo e didattico. Saper adattare registro, terminologia e anche il linguaggio non verbale a chi si ha di fronte è una competenza imprescindibile in un ambito in cui i risultati sono, alla fine, totalmente nelle mani dell’atleta. Conoscenze tecniche senza capacità comunicative non generano miglioramenti, ma solo frustrazione. Da qui mi ricollego all’intento didattico che cerco di esprimere negli allenamenti. Non “prescrivo” mai un esercizio senza specificare perché lo si fa e quanto piccole differenze esecutive portino a stimoli completamente diversi. L’obiettivo è quello di dare piccoli input in grado di suscitare curiosità e pensiero critico negli atleti. Una fortuna che ho è quella di essere anche un giocatore della prima squadra: spero in questo modo di poter “dare il buon esempio” con l’atteggiamento che mostro in allenamento e in partita”.
In conclusione un pensiero allo sviluppo del Milano3 LAB: “Sono molto curioso di vedere come evolverà il progetto: per come lo abbiamo programmato le potenzialità sono davvero interessanti. Speriamo di poter riprendere con l’attività tra non troppi mesi”.

Infine, Giovanni Albiero e Nicholas Cinquepalmi sono entrati nel mondo del minibasket, come assistenti istruttori sfruttando anche i loro attuali studi in Scienze Motorie. Entrambi hanno accolto davvero la proposta con entusiasmo: “L’esperienza d’aiuto allenatore è per me un’attività del tutto nuova – dice Giovanni Albiero – avere a che fare con i bambini a me piace ed infatti mi trovo bene, anche se in alcuni momenti è difficile farli ascoltare. E’ un’esperienza che mi sta facendo crescere molto dal punto di vista mentale”. Dopo il primo mese di attività anche Nicholas Cinquepalmi è molto contento: “Sono davvero molto felice di poter ricoprire questo ruolo. E’ molto bello vedere questi bambini che giocano a pallacanestro con spensieratezza e con il sorriso stampato sulle labbra. Spero che un giorno alcuni di loro possano arrivare fino in prima squadra proprio come ho fatto io”.

Lorenzo Lubrano

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